Come Superare la depressione con la Bioenergetica

La Depressione e Bioenergetica: il distacco tra mente e corpo

” solo gli individui per i quali la vita ancora, nonostante la bar-barie, continua ad avere un senso possono sopravvivere......muore chi non ha più fede nella vita”

La depressione può essere una condizione “normale” di risposta ad alcuni stimoli oppure una condizione “patologica” quando interfe-risce e si scontra con lo svolgimento, in ogni area, della vita quotidiana. Il depresso, infatti, ha perso la capacità di rispondere alle situazioni di vita e la speranza di poter avere la “forza” e “l'energia” per reagire ed avviare un cambiamento.La depressione è una malattia caratterizzata da un calo dell’umore accompagnato da diminuzione di interesse o piacere per quasi tutte le attività. Uno stato depressivo grave si manifesta con pianto, pensieri ricorrenti di morte, un profondo pessimismo sul futuro, deprivazione di sonno, insoddisfazione generale, irritabilità, indecisione, confusione, una vita faticosa da affrontare e priva di senso. Questo quadro sintomatologico, spesso, porta ad un ritiro sociale con conseguente perdita di lavoro.

 

La depressione in bioenergetica

Nell'approccio bioenergetico, fu per primo W. Reich (Reich, 1955) a descrivere la depressione con il termine di “atrofia biopatica” per indicare l’indebolimento dell’apparato vivente fino ad arrivare ad una situazione di collasso energetico psico-fisico, perdita della forza interna che non risponde agli stimoli dell’ambiente perché arriva ad avere una carica energetica troppo bassa. La depressione è “morire dentro”, emotivamente e psicologicamente.

Un io alterato, che ammazza il corpo perché non ha rispecchiato ad honoris la sua immagine, che non abita più il corpo, una forma di non esistenza. Per descrivere la personalità dei pazienti depressi, A. Lowen riferisce alcune difficoltà tipiche: la mancanza di “grounding”ovvero di radicamento nella vita reale che induce fatica a rapportarsi con il corpo e il corpo a rapportarsi con l'ambiente esterno. Lowen afferma che il paziente depresso ha perso la fede in sé non ha più fiducia nella vita e presenta difficoltà di apertura verso di essa e verso il futuro. 

La Fede, come espressione di forza vitale, può essere intesa anche come caratteristica dell’essere in contatto con se stesso, nel proprio corpo, nella propria natura, con la vita e con la terra. 

 

Psicoterapia Umanistica e Bioenergetica per la depressione

La terapia bioenergetica punta a fa riacquistare all’individuo la fede in sè stesso facendolo divenire una persona autodiretta, diretta dall’interno, dal suo centro. Partendo dalle sensazioni che provengono dal corpo, dalle emozioni e dai sentimenti in esso depositati, è possibile ristabilirne il contatto perduto e orientare il soggetto in direzione del Sé, nel fluire esperienziale ed emozionale del tempo. Evidente nel corpo di una persona depressa è la scarsa vitalità; la motilità e la respirazione sono fortemente ridotte.

L'io vince sul corpo, la razionalità e la rimuginazione vincono  sul vivere pulsante del presente. La vita del corpo che è vita nel presente, è respinta ed è avvertita come irrilevante o come dolorosa e piena di sofferenze. Un organismo dotato di poca energia possiede un minor livello di eccitazione interna, si muove con fatica, è meno pronto nel rispondere alle richieste dell’ambiente, ha una carica ridotta che riduce la connessione con il sentire interiore, un modo per reprimere i sentimenti e per evitare il dolore.

La depressione è “morire dentro”, emotivamente e psicologicamente. Secondo il modello loweniano, l’espressione del disappunto, dell’ostilità, della rabbia per una perdita avvenuta (di qualsiasi tipo essa sia) è utile all’individuo per elaborare in modo appropriato la sua condizione interiore di sofferenza e di lutto. Elaborare un lutto o una condizione di sofferenza estrema è concedersi l’espressione di un sentimento che potrà consentire alla vita di procedere. Altrimenti questo viene trattenuto e il flusso della vita subirà tensioni e limitazioni che potranno portare l’individuo alla depressione.

Attraverso colloqui clinici fondati su un ascolto empatico ed, eventualmente, esercizi psicocorporei di “contatto con se stessi, sarà possibile consapevolizzare il paziente su come il suo vissuto depressivo influenzi la personalità, liberando emozioni e sentimenti repressi.

 

Relazione terapeutica nei pazienti depressi

Nella relazione terapeutica con pazienti depressi si dovrà ristabilire in loro la progettualità esistenziale e far sviluppare la capacità di provare piacere. Mobilitare il respiro è un primo momento di contatto con il proprio corpo, attivando la respirazione diaframmatico-pelvica proprio al fine di riattivare la funzione respiratoria, che agisce da “carica energetica”.

Nelle persone depresse, secondo Lowen, la volontà non può aiutarle a ritrovare l’equilibrio, esse piuttosto hanno bisogno di essere dirette nella ricerca attiva del piacere che nella loro vita hanno perso, aiutandole ad ascoltare il proprio corpo, un corpo probabilmente rigido e teso. Molti depressi, prima di cadere in questo stato, erano persone che lavoravano in modo compulsivo.

Proprio questo modo di agire meccanico, in cui il soggetto non trova alcun piacere, ma in cui si impegna spesso per “senso del dovere” diventa il ricettacolo in cui vanno a finire lentamente tutte le energie del soggetto. Quest'ultimo quindi rimane svuotato ed inaridito dal di dentro. ll soggetto non trova soddisfazione in ciò che fa di per sé, ma nella sua riuscita come lavoratore; la stima che ha di sé si basa esclusivamente sulle sue capacità lavorative e non nel suo esistere in quanto persona. Per questo le sue riserve vitali vengono esaurite nello sforzo di mantenere un’immagine che è focalizzata sugli altri. Manca il piacere, la motivazione a muoversi, in senso sia fisico che psicologico, verso delle mete e degli obbiettivi.

Si viene così a formare un circolo vizioso in cui l’azione meccanica non dà piacere e genera mancanza di motivazione a muoversi e questa a sua volta impedisce di agire con soddisfazione perseguendo degli obbiettivi. Così facendo il livello energetico dell’organismo diminuisce. La terapia bioenergetica è finalizzata pertanto a scoprire i traumi che hanno “bloccato” l’individuo, spingendolo ad agire in modo puramente meccanico e aiutarlo a ristrutturare la propria identità in un nuovo modo più funzionale.

Lavorare sul corpo facilita proprio il ricordo delle memorie rimosse e dei sentimenti repressi del paziente, al fine di ristabilire in loro la progettualità esistenziale, sviluppando la capacità di provare piacere e recuperare la varietà delle emozioni che aveva perduto.Il vantaggio della terapia bioenergetica sta nell’affiancare all'ap-proccio psicanalitico un lavoro sul corpo che permette di implementarne l’efficacia agendo direttamente sul livello energetico del soggetto, il cui calo ha scatenato la patologia.

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